MIRA -Museo Itinerario della Rosa Antica

Il nuovo Roseto di Parco Galvani a PORDENONE

  

MIRA, acronimo del “Museo Itinerario della Rosa Antica”, nasce nel novembre del 2010 all’interno di una generale riqualificazione dell’area del Parco Galvani, per offrire una degna cornice al nuovo edificio di ParCo (Pordenone Arte Contemporanea), ovvero la Nuova Galleria d’Arte della Città, per iniziativa dell’Amministrazione comunale su progetto dell’architetto paesaggista Annalisa Marini, del Servizio Progettazione Opere Pubbliche del Settore V-Lavori Pubblici, del Servizio Sistema Idrico Aree Verdi e Parchi del Settore VIII-Ambiente e del Servizio Musei del Settore IV-Cultura.

Il “Roseto Parco Galvani” – MIRA, che si definisce come un percorso museale storico-didattico sulla Rosa Antica, è, in effetti, una “passeggiata” fra le rose antiche che consente di riconoscerne le caratteristiche, storia e collegamenti botanici, accostandole a particolari graminacee ornamentali,  che fungono da leggero contrappunto paesaggistico.

La filosofia progettuale di questo Roseto si basa sull’individuazione di tre aree, con diverse situazioni funzionali, che ‘mostrano’ il genere Rosa secondo tre aspetti diversi:

  • l’area del laghetto, ove una serie di balze in pendio arrivano alle rive e si accostano lateralmente alla Villa storica ed al suo ampliamento (ParCo). Questo percorso descrive l’evoluzione storica delle rose nei secoli;
  • l’area prospiciente la storica Villa Galvani, ove sono presentate le eccellenze europee nell’arte dell’ibridazione delle rose;
  • l’area laterale accanto all’ingresso alla nuova Galleria, dedicata quasi esclusivamente alle rose rampicanti antiche, che diviene anche un luogo di piacevole sosta.

 

Il settore più peculiare del Roseto è rappresentato dal percorso pedonale che si sviluppa sul pendio del laghetto, dove la disposizione delle varietà di rose risponde nel modo più esauriente possibile, data la dimensione e posizione del sito, alla descrizione dell’ ‘albero filogenetico’, o con una definizione più semplicistica, dell’albero ‘genealogico’ del genere Rosa.

Questa scelta progettuale determina l’originalità di questa parte del Roseto rispetto ad altre collezioni e raccolte. Infatti anziché presentare le classi di rose in aiuole e percorsi che consentano anche di spostarsi indifferentemente fra le stesse, nel MIRA, secondo un’impostazione storico-evoluzionistica, concettualmente simile a quella del Roseto dell’Orto Botanico di Roma, si è piacevolmente ‘costretti’ a camminare in maniera univoca, percorrendo fisicamente la ‘storia’ delle rose in un susseguirsi di varietà significative di specie che, incrociandosi, nel corso del tempo, hanno dato origine alle rose moderne.

La difficoltà è consistita, prima di tutto, nel definire a quale classificazione fare riferimento.

Infatti l’attuale evoluzione dei metodi di classificazione, basati oggigiorno sui caratteri genetici piuttosto che visivi, porta a frequenti cambiamenti tant’è che non esiste un unico sistema “ufficiale”.

In mancanza di questa univocità, la maggioranza degli esperti e studiosi di rose, preferisce suddividerle in gruppi ornamentali e, così come proposto dalla American Rose Society, indicarne tre tipologie: le rose botaniche, le rose antiche o storiche e le rose moderne.

Nel progetto del MIRA, per esemplificare il percorso storico del genere Rosa, ci si è avvalsi di uno schema semplificato dell’“albero filogenetico”, desunto da studi di esperti, ricavati da una bibiliografia tra le più qualificate sull’argomento, che indica le trasformazioni dalle specie originarie sino a quelle odierne.

Dal punto di vista costruttivo, l’ “Itinerario della Rosa Antica”, sul pendio del laghetto, disegna, con un’unica linea dall’andamento ricurvo, che segue le linee di livello con pendenze accessibili a tutti, un collegamento tra il viale d’ingresso al Parco Galvani e la sponda del lago, con un ritorno che giunge davanti alla Villa. Il camminamento è contenuto da cordonature laterali, che fungono anche da contenimento del terreno in pendio, in lamiera ossidata di acciaio Corten che si accosta con un’impronta materica forte alla delicatezza delle rose che appariranno lungo il percorso.

In tre punti di questa cordonatura, sono saldate delle lettere in lamiera Corten,ricavate da taglio al laser, che compongono tre frasi sul tema della rosa: “una rosa è una rosa, è una rosa, è una rosa” (all’inizio del percorso, della poetessa Gertrude Stein, a significare l’unicità di questo concetto insito nel nome stesso), “se son rose fioriranno” (in prossimità delle rose cinesi che hanno donato il carattere di rifiorenza alle rose successive), e “non c’è rosa senza spine” (in prossimità di alcune rose botaniche provviste di spine particolari per forma o colore).

Aree di sosta, opportunamente distanziate, anche con funzione di ‘belvedere’, interrompono la linearità del percorso: attrezzate con panchine e ombreggiate da rose rampicanti sorrette da piccole pergole appositamente disegnate. Alcuni ‘portali’ attraversano il vialetto per consentire l’esposizione di particolari varietà di rose sarmentose, creando una galleria ombrosa e profumata.

Il vialetto raggiunge quindi la sponda del lago, ove si ‘innesta’ sul percorso che circonda lo specchio d’acqua. Nella risalita, passa accanto all’edificio, ed in particolare ad una grande vetrata di affaccio della Galleria al lago e si collega funzionalmente alla “terrazza” della Galleria stessa. Da qui si potrà ammirare il Roseto ed in particolare alcuni vicini esemplari di rose botaniche, interessanti per il colore, forma o profumo del fogliame, per i fiori, spesso con un‘unica splendida fioritura, o per la bellezza delle bacche (cinorrodi) autunnali. Questa parte del percorso pedonale consente di entrare in spazi sia aperti che interni alla Galleria, creando una connessione importante con l’edificio.

I visitatori del Roseto sono accompagnati da segnali indicatori del verso corretto del cammino da seguire e da un tabellone esplicativo con la mappa e la posizione delle diverse varietà di rose e graminacee ornamentali.

La funzione storico-didattica di questo percorso, è assolta anche da un sistema di cartellinatura per ogni singola varietà di rose con le indicazioni di genere, specie, varietà, luogo di provenienza e/o ibridazione, anno di ibridazione/scoperta/introduzione ed il nome dell’ibridatore o scopritore.

L’area antistante alla Villa Galvani è invece dedicata alle rose odierne create dai più importanti ibridatori europei: rose che potremmo definire “post moderne”.

Mantenendo lo schema classico della grande aiuola ovale davanti alla Villa, si è creato, al suo interno, un parterre di aiuole circolari, piantumate ognuna con una particolare e significativa varietà, moderna ma con l’aspetto di una rosa antica, rappresentativa del proprio ibridatore.

Sono rose dei francesi Meilland, Guillot, Delbard, degli inglesi Austin e Harkness, dei tedeschi Kordes e Tantau, del danese Poulsen, dell’irlandese Dickson, e degli italiani Barni e Pantoli.

In quest’area vi sono, quali inedite sedute, due grandi “foglie” rivestite in doghe di legno.

Altre aiuole rotonde, più piccole, contengono varietà diverse e interessanti di graminacee ornamentali, che, come lungo il percorso attorno al lago, sono abbinate alle rose in maniera lieve e non ‘competitiva’.

L’area laterale, posta all’ingresso della nuova Galleria d’Arte, è caratterizzata dall’utilizzo quasi esclusivo di rose rampicanti, antiche o ibride. Queste, nel tempo, copriranno il pergolato, realizzato con una semplice struttura metallica, creando così un’utile e piacevole zona ombreggiata e, lungo il prospetto laterale della Galleria, avvolgeranno delle “colonne” in rete metallica, destinata a scomparire sotto il fogliame.  Si potrà scoprire così la differenza tra quelle che comunemente sono chiamate “rose rampicanti”, che possono essere “climbers” o “ramblers” a seconda della loro modalità di…”arrampicata”, più rigida e composta o più avvolgente e sfrenata.

Semplici aiuole a prato, contornate con bordure in carex e macchie di rose a cespuglio tappezzanti, completano la sistemazione del verde di quest’area.

Anche qui, come altrove nel Roseto, le cordonata delle aiuole, sono realizzate in lama di acciaio Corten, con trattamento di ossidazione e antidilavamento, in accordo con i materiali usati per l’ampliamento della Galleria.

I criteri seguiti e le scelte effettuate per trasferire sul piano contrattuale e sul piano costruttivo le soluzioni architettoniche e tecnologiche previste dal progetto sono stati improntati all’applicazione coerente delle normative di carattere generale e particolare previste, al rispetto delle norme tecniche e della buona pratica costruttiva e flori-colturale, all’esame attento ed al confronto di diverse soluzioni possibili al fine di trovare quella più efficace ed anche per favorire una migliore pratica manutentiva.

Oltre 760 rosai che presentano 185 varietà di rose appartenenti a circa 40 specie diverse, 586 piante di graminacee ornamentali appartenenti a 19 tra varietà e specie: questi sono gli elementi che danno vita ad un itinerario abbastanza unico nel suo genere che si propone di unire bellezza, piacere e cultura, e di riuscire ad “avvicinare” alle rose storiche, un vasto pubblico creando uno scambio sinergico tra i visitatori di PArCo e del Roseto.

dott.arch.Annalisa Marini (*)

 

 

 

(*)   socio AIAPP-Associazione Italiana di Architettura del Paesaggio